sabato 3 maggio 2008

Benedetto de Bernard

Vorrei solo esprimere un piccolo pensiero riguardo il discorso del professore di biochimica, che credo sia stato un buono spunto per alcune riflessioni. Devo dire che, per ora, l'aura sacra non l'ho percepita, anche se, certamente, tra i docenti che finora ho incontrato, alcuni mi sono sembrati affascinanti nel loro modo di rapportarsi e di esprimersi: mostravano la loro colta personalità, ma allo stesso tempo emergeva il loro desiderio di parlare con gli studenti, interessandosi alla loro comprensione della materia e dimostrandosi disponibili. Concordo nel ritenere importante porre come insegnanti "teste ben fatte", perchè credo che più che l'aspetto emozionale, sentimentalistico, sia necessario avere come docente una persona quadrata, cioè che sappia trasmettere la fatica del mestiere, senza dipingere tutto di rosa, ammettere le difficoltà nel farsi strada tra personalità di fama consolidata e mentalità inattaccabili, ma soprattutto la bellezza e la gioia del fine ultimo: aiutare qualcuno e cercare di farlo nel migliore dei modi, grazie ai mezzi forniti; AIUTARE E SALVAGUARDARE LA VITA.
Comunque ritengo che il tipo di medico che esca dagli studi universitari sia solo in parte responsabilità del docente. Nel brano si afferma: "mai condannare i giovani". Certo condannare è una parola forte, però credo che ciascuno si debba assumere le sue responsabilità: alla fine ognuno si porta dentro di sé il motivo per cui sceglie una determinata strada, una facoltà, e credo che non sia esclusivamente colpa o merito di un prof. il tipo di personalità che un medico neolaureato diventerà. Penso che sia utile sensibilizzare e discutere delle problematiche, essere propositivi, dare esempi riguardo l'effettivo salto di qualità che intercorre tra un medico supponente e uno colto, umile e vicino ai sofferenti. Certo é che questo richiede tempo: il prof. può stimolare, mettere in luce il suo pensiero, tuttavia deve anche svolgere la sua lezione, quindi l'infondere la scintilla dell'eros é un po' limitato e relegato a qualche commento. E poi si tratta sempre di un rapporto trimestrale. Ciò che voglio dire é che non ci si può sostituire alle coscienze e agli IO: spero che sia desiderio e interesse personale poter e voler diventare un certo tipo di medico; voler conoscere per esprimere ciò che ognuno sente essere la via, perchè l'università non é scuola dell'obbligo, non é necessario iscriversi ad una facoltà, per cui penso che più che cercare di stimolare lo studente ad apprendere, il professore si debba preoccupare di presentare il meglio possibile la sua materia perchè un possa servire a far chiarezza per aiutare.

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